Che si tratti di mestruazioni o masturbazione, i tabù non hanno pietà dell'intimità femminile. Anche il vaginismo, una condizione sperimentata dall'1% delle donne, è una vittima. Le donne che ne soffrono spesso hanno difficoltà a parlarne per vergogna e senso di colpa. Che si tratti di vaginismo primario o secondario, questo articolo vi aiuterà a comprendere meglio questi disturbi, che impediscono a molte donne di realizzare la propria sessualità.
Vaginismo primario/integrale e vaginismo secondario/situazionale
Nonostante il desiderio, una donna che soffre di vaginismo contrae inconsciamente i muscoli perineali fino al punto in cui nulla può penetrare nella vagina, sia esso un pene, un tampone, un dito, uno speculum, un vibratore, ecc. Anche se il desiderio di avere rapporti sessuali penetrativi è presente, un trauma o una paura del tutto inconscia possono causare questo blocco. Esistono due tipi di vaginismo: il vaginismo primario o globale e il vaginismo secondario o situazionale.
Il vaginismo primario o globale si differenzia dal vaginismo secondario o situazionale perché la donna che lo sperimenta non ha mai avuto rapporti sessuali. Ciò è dovuto a una causa psicologica; la persona ha subito un trauma legato all'apparato genitale; una violenza sessuale, una visita medica disastrosa, una caduta, una mancanza di informazioni... In breve, si tratta di una paura del dolore, al punto che si può parlare di un disturbo "fobico". L'immagine di una vagina troppo stretta rispetto al pene è spesso l'immagine che le donne hanno della loro intimità.
Una persona che ha già avuto rapporti sessuali consensuali e poi soffre di questo disturbo ha un vaginismo secondario o situazionale. Come il vaginismo globale, il vaginismo situazionale si verifica in seguito a un trauma del tratto genitale.
Curare il vaginismo
"Quando frequentavo la scuola secondaria, mi capitava di trasalire durante le lezioni SVT dedicate all'educazione sessuale. Parlavano della 'lacerazione' dell'imene. Per me la vita sessuale era immediatamente sinonimo di dolore e non di 'perdita', ma di lacerazione di una parte del mio corpo, che poi diventava una ferita aperta.
Un pomeriggio in piscina con le mie compagne di scuola mi sono venute le mestruazioni. Sono una delle poche del gruppo ad avere già le mestruazioni. Le altre che avevano le mestruazioni avevano già usato l'assorbente, ed erano anche esperte. Poi sono arrivate le pressioni del gruppo, soprattutto da parte di quelle ragazze che erano le "popolari" a scuola. Mi dicono che l'assorbente non è niente, che è facile da mettere e non fa male. Il nostro ospite ha poi rovistato nel cassetto di sua madre, alla ricerca di un assorbente. È impressionante l'immagine che ne avevo, riesco ancora a vederla come se fosse lunga una trentina di centimetri. Ho passato un'ora in bagno per cercare di metterlo al suo posto. Era impossibile, una vera tortura. Così mi arresi e, naturalmente, il giorno dopo a scuola tutti lo seppero e nessuno fu molto gentile con me. Ricorderò sempre la ragazza della mia classe che venne a trovarmi e mi disse che sua madre aveva il vaginismo e chenon dovevo preoccuparmi perché si poteva curare.
-Testimonianza anonima
Il primo passo per curare il vaginismo è capire che la condizione non è assolutamente colpa vostra. Molte donne si sentono in colpa e non ne parlano per questo motivo.
Oggi molte donne possono guarire dal vaginismo grazie a una serie di terapie. Potete essere seguite da un sessuologo, un ginecologo e/o uno psicologo. Questi professionisti della salute ascolteranno la vostra storia per capire l'origine del problema e potranno trovare e darvi delle soluzioni attraverso la psicoterapia. Imparerete a (ri)domare il vostro corpo esplorandolo. Guardare le parti intime allo specchio e masturbarsi passo dopo passo vi aiuterà a capire che la sessualità non è sinonimo di dolore. Spesso vengono consigliati alcuni esercizi da fare a casa, come gli esercizi di rilassamento. In alcuni casi si può ricorrere anche all'ipnosi.
Una volta che sarete in grado di inserire un dito nella vagina, il medico specialista lavorerà con voi per ridurre le contrazioni utilizzando dilatatori vaginali.
Terapia cognitivo-comportamentale
Concentrandosi sulla cognizione e sul comportamento, la terapia cognitivo-comportamentale mira a modificare i pensieri negativi e le fobie. Il terapeuta vi guida, senza alcuna pressione, verso nuove riflessioni guidate e monologhi interiori. Questo avviene sotto forma di compiti e missioni da portare a termine.
La terapia cognitivo-comportamentale vi aiuterà a combattere i vostri conflitti interni, le vostre convinzioni e le vostre ansie. Vi aiuterà anche ad affrontare situazioni stressanti (anche se inconsce) come la penetrazione in vagina e a (ri)trovare la fiducia in voi stessi. ❤️
Il ruolo della fisioterapia perineale
Accompagnata da un'ostetrica o da un fisioterapista specializzato, la fisioterapia perineale svolge anche un ruolo nella cura del vaginismo. Poiché il vaginismo è causato dalla contrazione dei muscoli del perineo, è necessario (ri)allenarli. Per facilitare la penetrazione vaginale, un leggero stiramento dei muscoli vi aiuterà a rilassarvi. Si possono anche imparare gli "automassaggi".
Differenze tra vaginismo, vulvodinia e dispareunia
Mentre il vaginismo è definito come contrazioni involontarie dei muscoli pelvici che rendono la penetrazione dolorosa o addirittura impossibile a causa di un meccanismo psicologico, la dispareunia è un termine medico usato per descrivere il dolore provato durante il rapporto sessuale. Sebbene il dolore alla penetrazione sia il sintomo comune a entrambe le condizioni, nella dispareunia il pavimento pelvico non si contrae, per cui la penetrazione è possibile. Anche la vulvodinia è sinonimo di dolore per le donne che ne soffrono, ma solo all'ingresso della vagina e alle labbra. Il dolore si manifesta spontaneamente o in seguito a un contatto fisico.